Bologna città

Stadio Renato Dall'Ara e piscina comunale

La storia dello Stadio Dall'Ara, detto anche il ''Littoriale'', inizia nel 1925 quando su iniziativa di Leandro Arpinati, vicesegretario generale del Partito Nazionale Fascista, fu progettata e pianificata la costruzione di quello che sarà un vero e proprio centro polisportivo con una pista podistica a sei corsie, due piscine e quattro campi da tennis. Anche se lo stile architettonico dello stadio rimane lontano dall'eccessiva monumentalità fascista, è evidente che si ispira alle costruzioni della Roma imperiale. L'inaugurazione ebbe luogo nel ottobre del 1926 alla presenza del Re Vittorio Emanuele III e di Benito Mussolini che entrò per la prima volta nello stadio in sella al suo cavallo. Nel tardo pomeriggio dello stesso giorno venne tentato un'attentato al Duce, durante il quale perse la vita il giovane anarchico Anteo Zamboni, assassinato dagli squadristi in camice nere.Lo stadio dalla vasta capienza con muri realizzati in mattone rosso bolognese e le finestre ad arco è collegato al portico che conduce alla chiesa di San Luca. Dopo la caduta del regime fascista lo stadio cambia il nome in ''Comunale'' mentre nel 1983 prende il nome ''Stadio Dall'Ara'' in memoria a Renato Dall'Ara presidente del Bologna per trent'anni, che scompare nel 1964 alla vigilia della conquista dell'ultimo scudetto della sua squadra.

FILM GIRATI IN QUESTA LOCATION:

L'appassionata

L'appassionata

REGIA: Gianfranco Mingozzi
ANNO: 1988
Bologna, metà degli anni '50. Gilberta, una donna sulla quarantina, insegnante di pianoforte, si innamora di Toni, un giovane italoamericano, 
che va ad alloggiare in una stanza d'affitto nel suo appartamento. Enzo, il figlio quindicenne di Gilberta, è turbato da questo amore, ma l'accetta per la felicità della madre. Ma Gilberta non è felice: infatti ha paura di perdere Toni ed è gelosa di tutte le altre donne, soprattutto di Ileana, una bella diciottenne. Quando questa irretisce Toni, Gilberta non resiste al dolore ed ha un crollo mentale. 
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Cavedagne

REGIA: Francesco Merini
ANNO: 2003

Le strade della città sono un “labirinto” in cui numerosi personaggi si aggirano, cercando faticosamente di costruire il proprio destino o semplicemente di vivere.
Fra questi Bernardo, in bilico fra la professione di avvocato e la passione per la cucina e la ristorazione; i suoi amici Carlo e Giulio; Vera, che arriva dall’America meridionale; Bene, giovane damsiana alle prese con la materializzazione della Morte; Igor e Viktor, due fratelli di origine russa dediti alla microcriminalità e incapaci di trovare un proprio posto nella società civile.
Un capannone industriale da svuotare diventa il luogo in cui i sogni e i destini di Bernardo e Carlo da un lato, Igor e Viktor dall’altro, si incrociano e si ostacolano. Ne scaturisce un viaggio/inseguimento delirante che conduce i personaggi fuori dalla città, verso la campagna e il mare. Alla fine del viaggio Bernardo riuscirà a “uscire dal labirinto” e a trovare la forza di coltivare i propri sogni.

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Comizi d'amore

REGIA: Pier Paolo Pasolini
ANNO: 1964

A metà fra documentario sociologico e cinéma vérité, il quinto lungometraggio di Pasolini è un'interessante inchiesta su amore e sesso nell'Italia degli anni Sessanta, svolta e commentata dallo stesso regista con interventi di Alberto Moravia e Cesare Musatti, ai quali si aggiungono gli autorevoli contributi di Camilla Cederna, Oriana Fallaci e Giuseppe Ungaretti. Le numerose interviste fatte in ogni parte della penisola a uomini, donne e bambini sono suddivise in quattro blocchi: Ricerche 1, grande fritto misto all'italiana, in cui Pasolini, autodefinitosi ironicamente "una specie di commesso viaggiatore", chiede agli italiani come accolgono un film simile e come si pongono nei confronti dell'importanza del sesso nella vita; in Ricerche 2, schifo o pietà? viene invece affrontato il controverso tema delle cosiddette inversioni e perversioni sessuali; Ricerche 3, la vera Italia? indaga sulle diverse concezioni del sesso nelle varie regioni italiane; a chiudere il film, Ricerche 4, dal basso e dal profondo, in cui il regista analizza i risultati dell'inchiesta facendo il punto con l'amico Moravia.

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Hanno rubato un tram

Hanno rubato un tram

REGIA: Aldo Fabrizi
ANNO: 1953

Cesare Mancini, conduttore di tram, è un abilissimo giocatore di bocce; e questa sua non comune abilità finisce coll'irritare il controllore, inducendolo a notare e segnalare inesorabilmente ogni infrazione al regolamento, commessa dal Mancini. Accade un giorno che Mancini, in un momento di distrazione, investe una donna. La cosa non ha gravi conseguenze; ma il controllore non manca di segnalare immediatamente il fatto alla direzione, che priva Mancini del grado di conduttore facendone un bigliettaio. Mancini sopporta a stento la degradazione inflittagli: la sua irritazione si rivela nel contegno di fronte ai passeggeri, che provoca nuovi rapporti sfavorevoli. Mancini cerca di correggersi; ma una domenica il suo tram è preso d'assalto dalla folla. Succede un parapiglia, il controllore rimprovera Mancini, che seccato abbandona la vettura. Questo gesto gli vale la sospensione dal servizio per tre mesi. Mancini nasconde alla famiglia i suoi guai, ma la verità viene a galla. In un concorso per l'elezione della reginetta dei tramvieri, risulta vincitrice la figlia di Mancini; ma, conosciutasi la particolare situazione del padre, l'elezione viene annullata. Mancini, dopo aver vagato per la città, si sente portato da una forza irresistibile al deposito, dove s'impadronisce di un tram, che guida in una corsa senza mèta, raccogliendo una piccola folla di passeggeri. La polizia, avvertita, arresta il Mancini. Al processo la favorevole deposizione del controllore fa assolvere l'imputato, che viene riassunto in servizio. 

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Jack Frusciante è uscito dal gruppo

REGIA: Enza Negroni
ANNO: 1996
Alex è un ragazzo simpatico e intelligente, si esprime in maniera caratteristica e si sposta sempre in bicicletta. Quando conosce Aidi, una 
coetanea molto carina, i due si piacciono subito ed iniziano a raccontarsi le rispettive vite. Ma quando Alex chiede alla fanciulla di mettersi insieme, Aidi rifiuta. Il rapporto si interrompe e Alex, pur soffrendo, ricomincia la vita abituale, con una nuova amicizia: Martino, famiglia miliardaria e vita un po' scellerata. Aidi sente la mancanza di Alex e gli propone di frequentarsi senza stare insieme. Il loro rapporto diviene sempre più importante. 
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Un matrimonio

REGIA: Pupi Avati
ANNO: 2013

La lunga storia d'amore di due bolognesi, Francesca e Carlo (ispirata a quella dei genitori del regista), dal 1948 al 2005, anno in cui festeggiano le nozze d'oro. I due, superando numerose difficoltà, dalle differenze politiche e sociali, alle diverse relazioni che, nei momenti di distanza, hanno entrambi intrapreso, fino all'opposizione dei genitori di lei, riescono infine a sposarsi. Il matrimonio verrà coronato dall'arrivo di due figli, più l'adozione di una terza, che è anche la voce narrante della serie.

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La polizia è sconfitta

La polizia è sconfitta

REGIA: Domenico Paolella
ANNO: 1977

Il commissario di polizia Grifi, ottenuto il permesso dal questore, raccoglie degli agenti coraggiosi e particolarmente dotati. Il suo compito è quello di addestrarli nell'uso delle tecniche di inseguimento e di difesa personale; il commissario è infatti sulle tracce del pericoloso bandito Valli il quale, assieme al suo gruppo, gestisce il racket delle estorsioni in tutta la città di Bologna. 

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La prova misteriosa

REGIA: Franco Primitivi
ANNO: 1922

Una ricca signora sottopone agli spasimanti una prova di destrezza per decidere chi si aggiudicherà la sua mano. Ha la meglio Cervi (Sandro Cervi), nonostante non goda dei favori dei pronostici. 

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Gli ultimi tre giorni

REGIA: Gianfranco Mingozzi
ANNO: 1977

Siamo a Bologna, nell'ottobre del 1926. Il protagonista è un ragazzo di sedici anni, il padre è un vecchio tipografo anarchico, la madre una tipica donna emiliana vulcano di amore familiare. La zia Virginia, operaia di fabbrica, è assiduamente corteggiata dal fascista Ettore. Poiché Mussolini verrà a Bologna, la città si prepara a riceverlo e a festeggiarlo. Il ragazzo, il nostro ragazzo di sedici anni, appare "quasi" come gli altri. In realtà sta meditando un attentato contro l'uomo della dittatura e medita di compierlo allo scoperto, allo stadio, da solo. Ma c'è qualcuno che lo sta guidando, a sua insaputa: Ettore, il quale sa che l'attentato servirà proprio alla dittatura per inaugurare la grande repressione. Quando arriva Mussolini, il ragazzo estrae la pistola per mettere in atto il suo proposito, ma Ettore e altri fascisti in un attimo gli sono addosso e lo uccidono a pugnalate. Il fascismo si è fabbricato il pretesto che gli occorreva.

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