Modena

Piazza Grande

Piazza Grande è la piazza centrale di Modena, cuore pulsante della città emiliana che racchiude gli edifici più importanti. Il Duomo di Modena, uno dei capolavori del romanico europeo, è stato riconosciuto dall'Unesco, assieme alla Ghirlandina e alla Piazza Grande, come Patrimonio Mondiale dell'Umanità. Il seicentesco Palazzo Ducale è oggi sede dell'Accademia Militare.

FILM GIRATI IN QUESTA LOCATION:

Don Zeno, l'uomo di Nomadelfia

REGIA: Gianluigi Calderone
ANNO: 2008

Dopo il seminario Zeno Saltini è assegnato alla parrocchia di un paesino nel modenese. Ben presto don Zeno conquista la popolazione con azioni innovative e prende a vivere con sé  ragazzi poveri e senza famiglia. Il paese gli è vicino e cerca di aiutarlo come può, anche durante il tragico periodo del fascismo, dei bombardamenti e della guerra civile. Don Zeno realizzerà infine il suo sogno: fondare Nomadelfia, una comunità cristiana unica al mondo.

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La ragazzola

REGIA: Giuseppe Orlandini
ANNO: 1965

Dopo aver trascorso un anno in riformatorio, Lola torna da Alberto, il fidanzato per colpa del quale ha subito la pena, e lo trova in procinto di sposare Adriana. Dopo aver tentato invano di mandare a monte matrimonio incontra occasionalmente Raul, uno strano tipo di venditore ambulante con il  quale lavora solo per un giorno. Ritornata presso un'amica, Lola tenta inutilmente vari mestieri: da barbiera ad assistente di un mago, da venditrice di modelli di carta a presentatrice di modelli per uomo. 

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Segni particolari - Appunti per un film sull'Emilia Romagna

REGIA: Giuseppe Bertolucci
ANNO: 2003

Percorso poetico del luogo/nonluogo Emilia Romagna commentato da Carlo Lucarelli con letture di autori noir emiliano romagnoli. Sono presenti brani tratti da: "Quando il Po è dolce " di Renzo Renzi, 1952 "Piccola Arena Casartelli", Aglauco Casadio, 1960 "Casalmaggiore", Cineteca di Bologna, 1910.

Un documentario che fa parte di Via Emilia, un progetto di quattro film sull’Emilia-Romagna sviluppati a partire da spunti di altrettanti scrittori originari della regione, a ciascuno dei quali è stato chiesto di raccontarla dal proprio personale punto di vista. Qui è il giallista parmense Carlo Lucarelli a parlare della “sua” Emilia: il risultato è stato definito dallo stesso Bertolucci «un privatissimo capriccio emiliano, […] un piccolo film cresciuto nella mia testa un po’ come la partitura di una canzonetta, come una filastrocca di suoni e immagini, di microstorie e di versi d’occasione». Il mediometraggio è in effetti un singolare affresco sulla regione, vista come «una megalopoli virtuale» ricca di fascino, ma anche di contraddizioni; non ci sono pretese di oggettività documentaristica né di sintesi del materiale girato (di vario tipo e provenienza), è piuttosto privilegiata la testimonianza soggettiva alternata a storie appena accennate, scampoli di film, canzonette e ballerini.

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