Brescello (RE)

Piazza Matteotti

Piazza Matteotti, situata nel centro storico, è la piazza più importante di Brescello: si trovano qui la chiesa parrocchiale di Santa Maria Nascente e il municipio; i due edifici non sono collocati uno di fronte all'altro, ma in posizione defilata, come se si guardassero di traverso, ragione per cui la piazza ha rappresentato il palcoscenico ideale per la trasposizione cinematografica dei racconti di Giovannino Guareschi. Lungo i lati si possono ammirare le due statue bronzee raffiguranti Peppone e don Camillo, opera dello scultore mantovano Andrea Zangani, inaugurate nel giugno 2001 per celebrare i cinquant'anni dal primo film, mentre al centro, su un piedistallo marmoreo, si erge la statua di Ercole II d’Este, che il duca ferrarese commissionò nel 1553 allo scultore Jacopo Tatti, noto come “il Sansovino”.

FILM GIRATI IN QUESTA LOCATION:

Il compagno don Camillo

REGIA: Luigi Comencini
ANNO: 1965

Nella tranquilla cittadina emiliana di Brescello, il sindaco Giuseppe Bottazzi, detto Peppone, organizza i festeggiamenti per il controverso gemellaggio con la città russa di Brezwyscewski. Il primo a remare contro tale iniziativa è ovviamente l'amico-rivale don Camillo, l'impulsivo parroco del paese: tuttavia, pur ottenendo con le sue proteste che l'approvazione del gemellaggio venga sottoposta a una preventiva raccolta di firme, don Camillo non trova argomenti validi per convincere i compaesani a opporsi, così il tentativo fallisce e il curato decide di reagire con uno sciopero della fame che desta la preoccupazione dell'amico Peppone. Ma vinto dalla fame, lo interrompe presto e quando viene a sapere che il sindaco comunista sta per raggiungere l'Unione Sovietica con i suoi compagni del partito per celebrare il gemellaggio, riesce con un astuto stratagemma a intrufolarsi nella comitiva, travestito e sotto falso nome. In Russia li attende una serie di divertenti imprevisti.

scheda del film

Don Camillo

REGIA: Julien Duvivier
ANNO: 1952

Giugno 1946. Alle elezioni amministrative di Brescello, una tranquilla cittadina agricola della bassa emiliana, trionfa Giuseppe Bottazzi detto ”Peppone”, capo della sezione locale del PCI in perenne contrasto con il sanguigno don Camillo; le loro accese discussioni sfociano quasi sempre in vere e proprie risse, tuttavia i due protagonisti sono legati da una vecchia amicizia. Il combattivo parroco di campagna, nonostante i continui inviti alla calma del crocefisso della chiesa con cui parla quotidianamente, non riesce a non immischiarsi nelle faccende politiche del paese e schierandosi con gli oppositori del sindaco comunista riesce a ottenere spesso l’ultima parola. Dal giorno in cui Peppone viene eletto, i numerosi ed esilaranti scontri fra i due avversari s’infittiscono; ciascuno cerca di ostacolare gli ambiziosi progetti dell’altro, anche se in più di un’occasione sono il buon senso e l’inconfessata stima reciproca a prevalere, conducendoli a unire le forze per agire di comune accordo.

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Don Camillo

REGIA: Terence Hill
ANNO: 1984

Remake dell'omonimo film del 1952, "aggiornato" agli anni Ottanta: cambia il periodo storico, ma i rapporti fra don Camillo, forzuto parroco di Brescello, e il baffuto sindaco comunista Giuseppe Bottazzi detto Peppone rimangono a dir poco burrascosi. Ideologicamente agli antipodi, i due combattivi protagonisti godono in fondo della stima reciproca, che il più delle volte li porta a trovare un accordo in nome del buon senso; sono comunque vecchi amici, nonostante le notevoli divergenze. Fra gli innumerevoli motivi di discussione, l'esito della partita di calcio tra le due squadre del paese, gli Angeli e i Diavoli, allenate rispettivamente dai due avversari: sono i Diavoli a vincere, ma in seguito don Camillo scopre che Peppone aveva corrotto l'arbitro e decide di vendicarsi a modo suo. L'ennesima lite non passa tuttavia inosservata fra gli alti prelati, che decidono di prendere provvedimenti nei confronti dell'esuberante sacerdote.

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Don Camillo e l'onorevole Peppone

Don Camillo e l'onorevole Peppone

REGIA: Carmine Gallone
ANNO: 1955

Bassa emiliana, primi anni Cinquanta. Peppone, baffuto sindaco di Brescello, si candida come deputato nelle liste del Fronte Popolare. Per il parroco don Camillo la decisione dell'amico-rivale è inconcepibile, così cerca di ostacolarlo in ogni modo, anche se poi si mostra disponibile (non del tutto disinteressatamente) ad aiutarlo nel sostenere l'esame di quinta elementare, requisito indispensabile per la candidatura. La campagna elettorale si rivela accesissima e Peppone ha bisogno di un solido appoggio, che trova nell'energica militante Clotilde, procace segretaria della federazione inviata appositamente dalla direzione del partito. Fra i due nasce una certa complicità che ovviamente fa infuriare la moglie del sindaco, ma penserà don Camillo a vigilare costantemente sull'integrità morale dell'eterno rivale. Segue la consueta serie di esilaranti battibecchi che caratterizza il burrascoso (ma in fondo benevolo) rapporto fra i due avversari, fino all'improvvisa svolta finale.

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Don Camillo monsignore... ma non troppo

REGIA: Carmine Gallone
ANNO: 1961

È il 1960 e la Curia ha trasferito don Camillo da Brescello a Roma, dove è stato fatto monsignore; una sorte simile è toccata a Peppone, non più sindaco della cittadina emiliana da quando è stato eletto senatore del PCI. Nella sterminata capitale i due litigiosi amici non s'incontrano mai e benché divisi dalle rispettive carriere li accomuna la nostalgia per Brescello, dove sognano di tornare, così, quando se ne presenta l'occasione in seguito a una controversia fra la parrocchia e il comune (ancora comunista ma guidato da Brusco), non se la lasciano sfuggire. Arrivati nella bassa emiliana, devono subito affrontare la questione, riguardante un terreno appartenente alla Curia sul quale sorge la Madonnina del Borghetto, una piccola cappella votiva che rischia di essere abbattuta per far posto a una Casa del Popolo. A creare ulteriore scompiglio è il matrimonio del figlio di Peppone che questi, diversamente dalla moglie, vorrebbe far celebrare con rito civile. In entrambe le questioni sarà come al solito il furbo don Camillo, dopo innumerevoli discussioni, a escogitare un compromesso che metterà tutti d'accordo.

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Il ritorno di don Camillo

REGIA: Julien Duvivier
ANNO: 1953

Don Camillo si ritrova per punizione a Montenara, esiliato in una sperduta parrocchia di montagna. Solo, con la governante come unica compagnia, nel freddo clima dell'Appennino ripensa nostalgicamente alla sua Brescello. Dal canto loro, anche i brescellesi sentono la mancanza del rissoso sacerdote, persino l'amico-rivale Peppone, ancora sindaco e alle prese con varie questioni nelle quali il nuovo parroco si rifiuta di intervenire. Un'aspra controversia fra il comune e Cagnola, egoista proprietario terriero riluttante a cedere una parte dei suoi terreni per agevolare la costruzione di un argine sul Po a difesa dalle alluvioni, costituisce l'occasione per richiamare in paese don Camillo; la disputa fra Peppone e Cagnola si fa infatti molto accesa, ma il parroco riesce tempestivamente a calmare gli animi. Visto il buon esito, Peppone si reca dal vescovo per chiedere e ottenere di far tornare don Camillo alla parrocchia brescellese, dove lo attendono nuove e numerose questioni da risolvere, riguardanti non solo la cittadina emiliana, ma anche la vita familiare del sindaco.

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