Brescello (RE)

Fiume Po

Brescello sorge nei pressi della riva destra del Po, che segna il vicino confine con la Lombardia. Il punto in cui il torrente appenninico Enza confluisce nel “grande fiume” è raggiungibile anche in bicicletta o a piedi percorrendo per mezzo chilometro viale Nord Soliani, tra querce, filari e vegetazione tipica della macchia mediterranea.

FILM GIRATI IN QUESTA LOCATION:

La califfa

REGIA: Alberto Bevilacqua
ANNO: 1970

Anni Sessanta. Irene Corsini, che a Parma tutti conoscono come “la califfa”, è una giovane e spregiudicata operaia che vive nell'Oltretorrente, la riva sinistra del fiume Parma, ovvero nella zona popolare della città.
Rimasta vedova dopo la morte del marito, ucciso dalla polizia durante un'accesa manifestazione operaia, diventa in seguito l'amante del suo nemico di classe, il proprietario della fabbrica in cui lavora: Annibale Doberdò, uomo d'affari, tipico self made man, è l'industriale più potente della città emiliana, alla cui ricchezza ha contribuito in modo determinante; ha avuto anche lui un passato da operaio, le proteste dei lavoratori non gli sono quindi indifferenti.
Complice il forte sentimento che lo lega alla califfa, si decide presto a operare scelte da lui definite «umanitarie», che se da un lato sembrano porre fine alle continue ribellioni degli operai, dall'altro, in ambito industriale, provocano nei suoi confronti diverse inimicizie che non saranno prive di importanti conseguenze.

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Il compagno don Camillo

REGIA: Luigi Comencini
ANNO: 1965

Nella tranquilla cittadina emiliana di Brescello, il sindaco Giuseppe Bottazzi, detto Peppone, organizza i festeggiamenti per il controverso gemellaggio con la città russa di Brezwyscewski. Il primo a remare contro tale iniziativa è ovviamente l'amico-rivale don Camillo, l'impulsivo parroco del paese: tuttavia, pur ottenendo con le sue proteste che l'approvazione del gemellaggio venga sottoposta a una preventiva raccolta di firme, don Camillo non trova argomenti validi per convincere i compaesani a opporsi, così il tentativo fallisce e il curato decide di reagire con uno sciopero della fame che desta la preoccupazione dell'amico Peppone. Ma vinto dalla fame, lo interrompe presto e quando viene a sapere che il sindaco comunista sta per raggiungere l'Unione Sovietica con i suoi compagni del partito per celebrare il gemellaggio, riesce con un astuto stratagemma a intrufolarsi nella comitiva, travestito e sotto falso nome. In Russia li attende una serie di divertenti imprevisti.

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Don Camillo

REGIA: Julien Duvivier
ANNO: 1952

Giugno 1946. Alle elezioni amministrative di Brescello, una tranquilla cittadina agricola della bassa emiliana, trionfa Giuseppe Bottazzi detto ”Peppone”, capo della sezione locale del PCI in perenne contrasto con il sanguigno don Camillo; le loro accese discussioni sfociano quasi sempre in vere e proprie risse, tuttavia i due protagonisti sono legati da una vecchia amicizia. Il combattivo parroco di campagna, nonostante i continui inviti alla calma del crocefisso della chiesa con cui parla quotidianamente, non riesce a non immischiarsi nelle faccende politiche del paese e schierandosi con gli oppositori del sindaco comunista riesce a ottenere spesso l’ultima parola. Dal giorno in cui Peppone viene eletto, i numerosi ed esilaranti scontri fra i due avversari s’infittiscono; ciascuno cerca di ostacolare gli ambiziosi progetti dell’altro, anche se in più di un’occasione sono il buon senso e l’inconfessata stima reciproca a prevalere, conducendoli a unire le forze per agire di comune accordo.

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Don Camillo e l'onorevole Peppone

Don Camillo e l'onorevole Peppone

REGIA: Carmine Gallone
ANNO: 1955

Bassa emiliana, primi anni Cinquanta. Peppone, baffuto sindaco di Brescello, si candida come deputato nelle liste del Fronte Popolare. Per il parroco don Camillo la decisione dell'amico-rivale è inconcepibile, così cerca di ostacolarlo in ogni modo, anche se poi si mostra disponibile (non del tutto disinteressatamente) ad aiutarlo nel sostenere l'esame di quinta elementare, requisito indispensabile per la candidatura. La campagna elettorale si rivela accesissima e Peppone ha bisogno di un solido appoggio, che trova nell'energica militante Clotilde, procace segretaria della federazione inviata appositamente dalla direzione del partito. Fra i due nasce una certa complicità che ovviamente fa infuriare la moglie del sindaco, ma penserà don Camillo a vigilare costantemente sull'integrità morale dell'eterno rivale. Segue la consueta serie di esilaranti battibecchi che caratterizza il burrascoso (ma in fondo benevolo) rapporto fra i due avversari, fino all'improvvisa svolta finale.

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Don Camillo monsignore... ma non troppo

REGIA: Carmine Gallone
ANNO: 1961

È il 1960 e la Curia ha trasferito don Camillo da Brescello a Roma, dove è stato fatto monsignore; una sorte simile è toccata a Peppone, non più sindaco della cittadina emiliana da quando è stato eletto senatore del PCI. Nella sterminata capitale i due litigiosi amici non s'incontrano mai e benché divisi dalle rispettive carriere li accomuna la nostalgia per Brescello, dove sognano di tornare, così, quando se ne presenta l'occasione in seguito a una controversia fra la parrocchia e il comune (ancora comunista ma guidato da Brusco), non se la lasciano sfuggire. Arrivati nella bassa emiliana, devono subito affrontare la questione, riguardante un terreno appartenente alla Curia sul quale sorge la Madonnina del Borghetto, una piccola cappella votiva che rischia di essere abbattuta per far posto a una Casa del Popolo. A creare ulteriore scompiglio è il matrimonio del figlio di Peppone che questi, diversamente dalla moglie, vorrebbe far celebrare con rito civile. In entrambe le questioni sarà come al solito il furbo don Camillo, dopo innumerevoli discussioni, a escogitare un compromesso che metterà tutti d'accordo.

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Il mulino del Po (prima parte)

REGIA: Sandro Bolchi
ANNO: 1963

Composta da cinque puntate, la serie è girata per gran parte nel paese di Crespino, in provincia di Rovigo; la regia è di Sandro Bolchi. Sceneggiato dallo scrittore insieme allo stesso regista, Il Mulino del Po,  in realtà, è l'adattamento del primo volume che compone l'opera di Bachelli, intitolato Dio ti salvi. La mole del romanzo è infatti molto ampia, copre un arco temporale che va dall'epoca napoleonica al primo Novecento.

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Il mulino del Po (seconda parte)

REGIA: Sandro Bolchi
ANNO: 1971

Dopo l'esperienza del '63, visto il successo riscosso, il regista e l'autore si misero nuovamente al lavoro per completare l'opera. Nel 1971 lo sceneggiato ebbe dunque un seguito composto da quattro nuove puntate: queste coprivano gli altri due volumi del romanzo, La miseria viene in barca Mondo vecchio sempre nuovo. Stessa location, ancora il paese di Crespino, cambiano invece gli interpreti, un ricambio di attori necessario visto che il racconto scritto da Bacchelli non ha un unico protagonista, ma diverse generazioni che si succedono alla guida di un mulino, ricchezza della famiglia intorno a cui ruota l'intera narrazione. L'Italia intanto, vive la dominazione napoleonica, il Risorgimento e la prima guerra mondiale.

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La ragazza del bersagliere

REGIA: Alessandro Blasetti
ANNO: 1967

Salvatore Caputo, bersagliere napoletano, arriva insieme ad altri commilitoni nella caserma di una cittadina emiliana per prestare servizio militare. Qui conosce Anita, l'esuberante barbiera del paese, e se ne innamora; come molti altri ragazzi del luogo, inizia a corteggiarla insistentemente. La donna, giovane, bella e indipendente, sembra subito ricambiare i sentimenti dell'impetuoso bersagliere, al punto che i due, felici, prendono in affitto un casolare abbandonato nel bosco e progettano di sposarsi quanto prima. Ma un giorno Salvatore si tuffa incautamente nel Po per un bagno dopo un pasto abbondante e muore poco prima della data fissata per le nozze. Anita, sola e rassegnata, non tarda a trovare consolazione presso i suoi più assidui corteggiatori, ma c'è una svolta surreale: cominciano a ostacolarla strani e inquietanti fenomeni...
Tratto dalla quasi omonima pièce teatrale di Edoardo Anton La fidanzata del bersagliere.

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Segni particolari - Appunti per un film sull'Emilia Romagna

REGIA: Giuseppe Bertolucci
ANNO: 2003

Percorso poetico del luogo/nonluogo Emilia Romagna commentato da Carlo Lucarelli con letture di autori noir emiliano romagnoli. Sono presenti brani tratti da: "Quando il Po è dolce " di Renzo Renzi, 1952 "Piccola Arena Casartelli", Aglauco Casadio, 1960 "Casalmaggiore", Cineteca di Bologna, 1910.

Un documentario che fa parte di Via Emilia, un progetto di quattro film sull’Emilia-Romagna sviluppati a partire da spunti di altrettanti scrittori originari della regione, a ciascuno dei quali è stato chiesto di raccontarla dal proprio personale punto di vista. Qui è il giallista parmense Carlo Lucarelli a parlare della “sua” Emilia: il risultato è stato definito dallo stesso Bertolucci «un privatissimo capriccio emiliano, […] un piccolo film cresciuto nella mia testa un po’ come la partitura di una canzonetta, come una filastrocca di suoni e immagini, di microstorie e di versi d’occasione». Il mediometraggio è in effetti un singolare affresco sulla regione, vista come «una megalopoli virtuale» ricca di fascino, ma anche di contraddizioni; non ci sono pretese di oggettività documentaristica né di sintesi del materiale girato (di vario tipo e provenienza), è piuttosto privilegiata la testimonianza soggettiva alternata a storie appena accennate, scampoli di film, canzonette e ballerini.

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