Bologna città

Basilica di San Petronio

La Basilica di San Petronio, è la principale chiesa bolognese intitolata al Vescovo patrono della città.
I lavori per la costruzione ebbero inizio nel 1390 per volontà comunale, su progetto di Antonio di Vincenzo, un nuovo modello a croce latina venne poi proposto da Arduino degli Arriguzzi nel 1514. La pianta, così modificata, avrebbe reso la Basilica più grande in ampiezza rispetto a San Pietro a Roma, leggenda narra che fu Pio IV a bloccare il progetto, sollecitando i lavori per la costruzione dell'Archiginnasio, proprio a ridosso delle mura laterali della Chiesa.
La facciata, mai portata a termine, domina Piazza Maggiore e presenta un rivestimento marmoreo parziale, opera di Giacomo Ranuzzi datata 1538, mentre la Porta Magna è un capolavoro di Jacopo della Quercia.
All’interno, lungo le navate inferiori si aprono ventidue cappelle laterali e si possono ammirare, tra gli altri, dipinti di Giovanni da Modena, Lorenzo Costa, Amico Aspertini, Parmigianino.
Di particolare interesse è la Meridiana di San Petronio, la più lunga del mondo, ideata e costruita da Gian Domenico Cassini, docente nello studio di Bologna, intorno al 1656.

FILM GIRATI IN QUESTA LOCATION:

Il Cardinale Lambertini

REGIA: Giorgio Pastina
ANNO: 1954

Nel 1739 Bologna è presidiata da truppe spagnole comandate dal crudele Duca di Montimar. Costui corteggia assiduamente la contessa Isabella Pietramellara, bella donna, che cerca in ogni modo di giungere ad una posizione di predominio nella città. Per arrivare ai suoi fini Isabella decide di dare in isposa al duca la propria figliastra Ilaria: questa però è segretamente promessa a Carlo, giovane laureato, figlio del cameriere del Cardinale Lambertini. Per sottrarsi alle aborrite nozze, Maria pensa di fuggire con Carlo; ma quando un equivoco le fa credere che il suo fidanzato se l'intenda con la sua matrigna, ella decide di prendere il velo e si ritira in un convento. Carlo riesce a vederla e avendola convinta del suo errore, la persuade a lasciare il convento e a rifugiarsi con lui nell'arcivescovado. Il Cardinale prende a cuore il caso dei due giovani e fa in modo che possano riparare nel castello del conte Davia, gentiluomo a lui devoto. Il duca manda i suoi soldati ad assediare il castello, senonchè il Cardinale, essendovisi recato, celebra il matrimonio dei due giovani e il giorno dopo col suo gesto benedicente induce i soldati a posare le armi. Soltanto un sergente, per animosità verso Carlo, gli spara contro e colpisce Daria. Da prima si teme che il colpo sia stato mortale; ma fortunatamente questo non è il caso. Il Cardinale lascia l'inferma, in via di guarigione, per recarsi a Roma, al Conclave, dal quale uscirà Papa. 

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Il cuore altrove

Il cuore altrove

REGIA: Pupi Avati
ANNO: 2003
Nella Roma del 1929, il sarto papale Cesare, preoccupato per l'indole mite e acquiescente del figlio Nello, lo convince a trasferirsi a Bologna 
per fare un pò di esperienze nella vita e con le donne. Qui il ragazzo occupa una pensione con un bizzarro compagno di stanza, il napoletano Domenico. La vita di Nello cambierà con l'incontro della dolce Angela, una ragazza bellissima e misteriosa.
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Dichiarazioni d'amore

REGIA: Pupi Avati
ANNO: 1994
Bologna 1948. Attraverso le vicende sentimentali, familiari e scolastiche di un gruppo di ragazzi quindicenni che abitano nello stesso 
quartiere e frequentano la stessa scuola, il film racconta la vita della gente di quel primo dopoguerra italiano. Dado, soprannome del giovane protagonista della storia, è un sognatore. Un po' timido, impacciato, difficile al rapporto con gli altri. Con la sua testimonianza si conoscono le ragazze delle quali via via s'innamora follemente, i suoi temutissimi insegnanti, i suoi parenti e soprattutto i suoi amici. Il film è una raccolta di storie e personaggi del passato, riportati alla luce nei nostri giorni facendo divenire contigui due momenti che il tempo ha separato con il passare degli anni. Tutto questo attraverso una ragazza, Sandra Gordini, spiata a tradimento in un momento difficile della sua vita.
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E allora mambo

REGIA: Lucio Pellegrini
ANNO: 1999
Stefano, 30 anni, è oppresso dalle responsabilità: ha una moglie, una figlia, due mutui e un lavoro da caporeparto. Quando un errore 
bancario fa di lui un uomo ricco, Stefano finge di aver trovato un nuovo lavoro e invece va 12 ore al giorno in un'altra città per godersi la sua mancata gioventù. Qui si innamora di una ragazza, lei resta incinta e lui si prende le sue responsabilità. Si procura una falsa identità e finisce per ritrovarsi padre e marito in due città diverse. Il pasticcio si complica quando le due mogli diventano amiche. Ad aiutarlo c'è il suo amico Mauro, un avvocato che, lasciato dalla moglie, diventa un ballerino di Salsa e Merengue. Sarà anche merito suo se alla fine Stefano riuscirà a raggiungere una sorprendente forma di equilibrio.
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Fatti di gente perbene

REGIA: Mauro Bolognini
ANNO: 1974
Bologna, 2 settembre 1902. Il giovane conte Bonmartini, viene trovato ucciso nella sua abitazione. Lo scandalo è enorme: Bonmartini aveva 
sposato Linda, figlia del Prof. Augusto Murri, clinico di fama europea, e sorella dell'avv. Tullio, candidato socialista al Comune. Le indagini sulla vicenda sono ben presto condizionate dal clima politico: alcuni giornali si lanciano contro i Murri, altri li difendono, l'opinione pubblica fa scempio di tutti i personaggi. L'inchiesta, dal suo canto, dà luogo a continui colpi di scena. In un primo momento il Prof. Augusto incolpa il figlio dell'omicidio, poi si ricrede e prende le sue difese. Intanto si scopre che la domestica Rosina Bonetti è l'amante del giovane avvocato. Questo fatto ha qualche relazione con l'omicidio di Bonmartini? A poco a poco tutti i membri della famiglia finiscono nel fango. Verità e menzogne appaiono mescolate in uno sviluppo inestricabile. 
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La guerra degli Antò

REGIA: Riccardo Milani
ANNO: 1999

Gli Antò sono quattro ragazzi punk di una ventina d'anni di Montesilvano, un piccolo centro dell'Abruzzo. Si chiamano tutti e quattro Antonio e per distinguersi hanno quattro soprannomi: Antò Lu Zombi che fa il postino, Antò Lu Malatu, che fa l'infermiere, Antò Lu Zorru che fa il giornalista su un giornale locale e infine Antò Lu Purk, il più grande del gruppo. Il paese sta stretto a Lu Purk che decide di scappare. Lu Zorru riceve nel frattempo la cartolina militare. È arruolato nel contingente che parte per il golfo Persico, l'unica strada è la diserzione. Dei due si perde qualsiasi notizia, ma...

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La rivincita di Natale

La rivincita di Natale

REGIA: Pupi Avati
ANNO: 2004

Nella notte di Natale del 1986 cinque individui giocarono una ferocissima partita a poker in una lussuosa villa alla periferia di Bologna. La vittima designata doveva essere Antonio Santelia, abile professionista quanto sfortunato giocatore. Gli altri erano: Franco Mattioli,Ugo Cavara, Lele Bagnoli e Stefano Bertoni. Attraverso la complicità di Cavara quella volta Santelia intascò cospicui assegni dai perdenti. Dopo quindici anni la notizia di una malattia incurabile di Lele raggiunge Franco che, spinto dalla necessità di rivedere il suo amico, nonché la bella e indimenticata Elisa Delai, decide di tornare a Bologna. Con una terza e più forte motivazione; organizzare finalmente la rivincita di quella tremenda partita a poker dopo la consumante attesa. Sono tutti indispensabili per una nuova notte adrenalinica intorno a quel tavolo infernale. Compreso Lele, che sta male.

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Segni particolari - Appunti per un film sull'Emilia Romagna

REGIA: Giuseppe Bertolucci
ANNO: 2003

Percorso poetico del luogo/nonluogo Emilia Romagna commentato da Carlo Lucarelli con letture di autori noir emiliano romagnoli. Sono presenti brani tratti da: "Quando il Po è dolce " di Renzo Renzi, 1952 "Piccola Arena Casartelli", Aglauco Casadio, 1960 "Casalmaggiore", Cineteca di Bologna, 1910.

Un documentario che fa parte di Via Emilia, un progetto di quattro film sull’Emilia-Romagna sviluppati a partire da spunti di altrettanti scrittori originari della regione, a ciascuno dei quali è stato chiesto di raccontarla dal proprio personale punto di vista. Qui è il giallista parmense Carlo Lucarelli a parlare della “sua” Emilia: il risultato è stato definito dallo stesso Bertolucci «un privatissimo capriccio emiliano, […] un piccolo film cresciuto nella mia testa un po’ come la partitura di una canzonetta, come una filastrocca di suoni e immagini, di microstorie e di versi d’occasione». Il mediometraggio è in effetti un singolare affresco sulla regione, vista come «una megalopoli virtuale» ricca di fascino, ma anche di contraddizioni; non ci sono pretese di oggettività documentaristica né di sintesi del materiale girato (di vario tipo e provenienza), è piuttosto privilegiata la testimonianza soggettiva alternata a storie appena accennate, scampoli di film, canzonette e ballerini.

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