Pontelagoscuro (FE)

Pontelagoscuro

Situata a 7km da Ferrara, sulla sponda destra del fiume Po, Pontelagoscuro è stata a lungo un luogo di collegamento fra la provincia ferrarese e il Veneto, data la sua vicinanza al punto in cui il fiume si restringe considerevolmente, favorendo la costruzione di ponti, strade e vie ferroviarie. A cavallo tra Settecento e Ottocento costituiva, insieme ad Ancona e Civitavecchia, uno dei tre “porti franchi” d'Italia. Verso la fine del XIX secolo ha conosciuto un intenso sviluppo industriale: molte le fabbriche attive, prevalentemente zuccherifici, distillerie e mulini. Con i bombardamenti a tappeto degli Alleati durante la Seconda guerra mondiale, l'antico borgo è andato interamente distrutto; la ricostruzione, a partire dagli anni Cinquanta, è avvenuta traslando l'agglomerato urbano a 600m dal Po. Gli anni successivi sono stati caratterizzati da un forte flusso migratorio di operai provenienti soprattutto dalle Marche, conseguentemente alla chiusura dei bacini sulfurei tra Pesaro e Ancona.

FILM GIRATI IN QUESTA LOCATION:

Dichiarazioni d'amore

REGIA: Pupi Avati
ANNO: 1994
Bologna 1948. Attraverso le vicende sentimentali, familiari e scolastiche di un gruppo di ragazzi quindicenni che abitano nello stesso 
quartiere e frequentano la stessa scuola, il film racconta la vita della gente di quel primo dopoguerra italiano. Dado, soprannome del giovane protagonista della storia, è un sognatore. Un po' timido, impacciato, difficile al rapporto con gli altri. Con la sua testimonianza si conoscono le ragazze delle quali via via s'innamora follemente, i suoi temutissimi insegnanti, i suoi parenti e soprattutto i suoi amici. Il film è una raccolta di storie e personaggi del passato, riportati alla luce nei nostri giorni facendo divenire contigui due momenti che il tempo ha separato con il passare degli anni. Tutto questo attraverso una ragazza, Sandra Gordini, spiata a tradimento in un momento difficile della sua vita.
scheda del film

PHOTOGALLERY

Gente del Po

REGIA: Michelangelo Antonioni
ANNO: 1943-47

"Nessuno lo sa e dunque me lo riconosce, ma questo fatto, di essermi inventato il neorealismo da solo, intimamente mi dà una certa soddisfazione. Eravamo nel '43. Visconti girava Ossessione sulle rive del Po, e sempre sul Po, a pochi chilometri di distanza, io giravo il mio primo documentario [...] Fu così, soprattutto trovandomi un certo materiale documentario tra le mani, che cercai di fare un montaggio assolutamente libero, libero poeticamente, ricercando valori espressivi non tanto attraverso un ordine che desse con un principio e una fine sicurezza alle scene, un montaggio a lampi, inquadrature isolate, che dessero un'idea più mediata di quello che volevo esprimere [...] Si tratta di trovare in noi l'eco del nostro tempo. Per un regista questo è l'unico modo di essere sincero e coerente con se stesso, onesto e coraggioso con gli altri; l'unico modo per essere vivo."

(Michelangelo Antonioni) 

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Il grido

REGIA: Michelangelo Antonioni
ANNO: 1957

Irma riceve la tragica notizia della morte di suo marito, emigrato da molto tempo in Australia. Sconvolta, torna a casa e informa Aldo, l’operaio con cui convive da sette anni, che coglie la sfortunata occasione per chiederle di sposarlo; ma lei si rifiuta e rivela al compagno di aver cominciato negli ultimi mesi a frequentare un altro uomo più giovane. Aldo, incapace di gestire con calma la crisi, viene definitivamente abbandonato da Irma; decide quindi di allontanarsi da Goriano, il piccolo villaggio nel ferrarese in cui vive, per iniziare un lungo vagabondaggio apparentemente senza meta con la figlioletta Rosina, attraverso una pianura padana sempre più contaminata dai segni del progresso e dell’imminente benessere economico ma comunque desolata, specchio perfetto dell’angoscioso stato d’animo del protagonista. I numerosi incontri che lo attendono non faranno che peggiorare la sua condizione.

Il film con cui la critica francese comincia a parlare di “neorealismo interiore”.

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Ossessione

REGIA: Luchino Visconti
ANNO: 1943

Gino Costa, giovane e disoccupato, sta attraversando la bassa padana, finché decide di fermarsi presso uno spaccio lungo il fiume Po per chiedere ristoro. Nel giro di pochi giorni diventa l’amante di Giovanna, la moglie dell’anziano gestore che, ignaro dei fatti, propone al ragazzo di restare, offrendogli un alloggio e un lavoro. La situazione diventa sempre più insopportabile per Gino, che vorrebbe fuggire con la giovane donna, ma lei si rifiuta di seguirlo. Lui, risoluto, parte comunque per Ancona, attirato dal porto, dove spera di imbarcarsi per dimenticare Giovanna. In realtà, col tempo riesce a sistemarsi nella cittadina marchigiana, ed è proprio lì che le strade dei due amanti tornano inesorabilmente ad incrociarsi; la passione li travolge di nuovo, ma stavolta porta con sé gravi conseguenze che alimentano un crescendo di tensioni e attriti. Sullo sfondo, l’austera bellezza medievale di Ferrara, il Po e il paesaggio rurale della pianura padana.

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La visita

REGIA: Antonio Pietrangeli
ANNO: 1963

Adolfo lavora come commesso in una libreria romana. Da qualche tempo ha allacciato una relazione epistolare con una donna benestante, sulla quarantina, che vive nella provincia ferrarese. Tutto è cominciato quando Pina ha messo un annuncio matrimoniale su un giornale. Anche Adolfo, piccolo-borghese non più giovanissimo, con vaghe pretese culturali, rivendicante posizioni sociali inesistenti, desidera accasarsi; decide così di andare a trovare Pina durante un fine settimana. Al suo arrivo nota la bellezza grassoccia, ormai sfiorita, della donna emiliana. Nei giorni successivi la generosa ed estroversa Pina si prodiga con ogni mezzo per far sentire Adolfo a suo agio. Tuttavia, non ottiene altro che far emergere la vera natura dell'uomo, che si rivela meschino, moralista e reazionario, al pari di tanti altri. La disperata fuga dalla solitudine si rivela, per entrambi i protagonisti, più difficile del previsto.

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