Bologna città

Piazzetta Pier Paolo Pasolini

La Cineteca di Bologna ha concentrato alcune delle sue strutture nell'area in cui era situato il Macello Comunale (com'è testimoniato da una testa di toro in terracotta che campeggia ancora in una delle facciate), denominata in tempi recenti Piazzetta Pier Paolo Pasolini: la biblioteca, intitolata al noto critico cinematografico emiliano Renzo Renzi – tra i fondatori della Commissione Cinema del Comune di Bologna dalla quale la Cineteca ha mosso i suoi primi passi – è infatti parte integrante di una vera e propria “cittadella dell'audiovisivo”, insieme agli archivi e alle sale cinematografiche adiacenti intitolate ai fratelli Lumière.

Dal novembre 2008, in Piazzetta Pasolini e recentemente anche nell'antistante Piazzetta Anna Magnani, viene allestito il Mercato della Terra di Slow Food, un mercato contadino che ogni settimana ospita circa quaranta produttori del territorio per la vendita diretta di prodotti stagionali a kilometro zero.

FILM GIRATI IN QUESTA LOCATION:

Segni particolari - Appunti per un film sull'Emilia Romagna

REGIA: Giuseppe Bertolucci
ANNO: 2003

Percorso poetico del luogo/nonluogo Emilia Romagna commentato da Carlo Lucarelli con letture di autori noir emiliano romagnoli. Sono presenti brani tratti da: "Quando il Po è dolce " di Renzo Renzi, 1952 "Piccola Arena Casartelli", Aglauco Casadio, 1960 "Casalmaggiore", Cineteca di Bologna, 1910.

Un documentario che fa parte di Via Emilia, un progetto di quattro film sull’Emilia-Romagna sviluppati a partire da spunti di altrettanti scrittori originari della regione, a ciascuno dei quali è stato chiesto di raccontarla dal proprio personale punto di vista. Qui è il giallista parmense Carlo Lucarelli a parlare della “sua” Emilia: il risultato è stato definito dallo stesso Bertolucci «un privatissimo capriccio emiliano, […] un piccolo film cresciuto nella mia testa un po’ come la partitura di una canzonetta, come una filastrocca di suoni e immagini, di microstorie e di versi d’occasione». Il mediometraggio è in effetti un singolare affresco sulla regione, vista come «una megalopoli virtuale» ricca di fascino, ma anche di contraddizioni; non ci sono pretese di oggettività documentaristica né di sintesi del materiale girato (di vario tipo e provenienza), è piuttosto privilegiata la testimonianza soggettiva alternata a storie appena accennate, scampoli di film, canzonette e ballerini.

scheda del film